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Cacio fritto abruzzese: quando formaggio significa gioia

Cacio fritto abruzzese: quando formaggio significa gioia; un secondo piatto tipico della tradizione abruzzese; croccante e scioglievole, morbido e gustoso…una vera delizia.
Questa è una preparazione alla quale cono particolarmente legato per ragioni familiari, in quanto di origine abruzzese da parte di madre.
Lu ‘casc fritt’ era un vero e proprio must in cucina ed io ne sono sempre andato matto.
Chiedo venia se non si scrive così ma questa è sempre stata la pronuncia alla quale sono stato abituato.
Ho quindi deciso di portare avanti la tradizione ed imparare, direttamente dalla fonte, tutti i segreti.
Questa ricetta potrebbe sembrare facile e magari banale ma vi assicuro che così non é.
Non ho mai avuto né avrò mai l’ardire di pensare che possa preparare un formaggio fritto buono come quello della mia nonnina materna.
Vi assicuro però che questa versione è davvero una bontà.
Come sempre nelle preparazioni radicate nella tradizione, non ne esiste una unica versione ufficiale ed insindacabile ma millemila varianti diverse, tutte con il loro perché.
La procedura che vedremo assieme è una delle tante ma é quella che, personalmente, mi dà più soddisfazione di tutte.
Partiamo dalla scelta del formaggio; quello tradizionale abruzzese è indubbiamente il pecorino abruzzese (poco stagionato, morbido).
Questo latticino è sempre stato presente sulle montagne abruzzesi, ricche di pascoli e di pecore per l’appunto.
La pastorizia è una risorsa portante di quelle zone anche ai giorni nostri.
Pensate che vengono effettuate delle vere e proprie feste dell’ovino, dove ognuno porta il proprio gregge a gareggiare.
Consiglio personale, che esula dalla cucina stavolta, se non avete mai partecipato ad un evento simile…beh, fatelo, perché è un’esperienza davvero interessante e particolare.
Io trovo personalmente molto adatto anche del formaggio misto (pecora e vaccino), sempre poco stagionato ed a pasta morbida.
In Abruzzo ci sono alcune caciotte locali di questo tipo da far perdere la testa. 😉
Se proprio non vi aggrada il formaggio di pecora, potete sostituirlo con un emulo morbido di puro latte vaccino (come rigatino o addirittura la scamorza).
Vi anticipo che non sarà per nulla la stessa cosa…buono comunque ma non la stessa cosa.
Nonostante mi sia costato molto, date le mie origini, un’alternativa ve l’ho comunque voluta dare per rispettare ed accontentare i gusti di tutti e rendere il più accessibile possibile questa preparazione.
Una semplice pastella a base di uova e farina creerà uno scrigno croccante per racchiudere questo fantastico latticino che la frittura (poi vedremo come farla ad arte) trasformerà in una fondente delizia.
Consiglio personale: una pastella bella densa, avvolgerà e proteggerà alla perfezione il formaggio durante la frittura, non facciamola troppo liquida. 😉
Pochi step, non complicati ma da fare nel modo giusto…ci guideranno verso una libidine assoluta.
Un trucchetto che dà le sue soddisfazioni, posso garantirvelo, quando mettete a scaldare l’olio di semi per friggere, aggiungete un pizzico di sale. 😉
Abbinamento consigliato, qui la scelta è puramente guidata da motivi familiari per quanto mi riguarda; per me deve essere accompagnato da un bel rosé abruzzese.
Qualcosa di godurioso come quello che producevano i miei parenti a Castel del Monte (AQ)…un pezzo di cuore.
Cacio fritto abruzzese: quando formaggio significa gioia è semplicemente delizioso e merita assolutamente di essere mangiato.
Lasciamoci conquistare dalla sua estrema croccantezza per poi affondare i denti in una morbidissima goduria formaggiosa.
Facciamolo assieme:

Ingredienti (dosi per 4 persone)

  • Pecorino morbido abruzzese, 400g
  • Uova, 2 unità
  • Acqua frizzante, q.b.
  • Farina 0, q.b.
  • Olio di semi per friggere, q.b.
  • Sale, q.b.
Cacio fritto abruzzese: quando formaggio significa gioia

Preparazione

PASTELLA
1) In una ciotola rompiamo le uova, intere (tuorlo e albume) e sbattiamole con una frusta o in alternativa con una forchetta
2) Aggiungiamo la farina, metà per volta, continuando a sbattere il composto
3) A questo punto cominciamo ad inserire l’acqua frizzante pochino alla volta, continuando a sbattere per incorporare bene il tutto
Molto importante: l’acqua deve essere frizzante e fredda di frigorifero per ottenere un risultato a dir poco perfetto 😉
4) Quando avremo ottenuto un composto omogeneo, senza grumi e bello denso (non deve assolutamente essere liquida), aggiungiamo un pizzico di sale e la pastella sarà pronta

FORMAGGIO
5) Mattiamo a scaldare abbondante olio di semi in una pentola (l’olio dovrà sommergere il formaggio)
6) Tagliamo il formaggio a fette dello spessore di un centimetro circa
7) A olio ben caldo (verifichiamo facendo cadere una goccia di pastella dentro, se inizierà a friggere, ci siamo); passiamo bene nella pastella una fetta di formaggio, in modo che ne venga completamente ricoperta
8) Mettiamola a friggere, una fetta alla volta, nell’olio caldo, girando di tanto in tanto sui 2 lati; basterà un minutino per lato ad ottenere una doratura perfetta
Attenzione particolare: non dobbiamo bruciare la pastella ma dorarla a puntino, stiamo attenti
9) Una volta dorata a puntino, togliamola dall’olio con una schiumarola e mettiamola in un piatto coperto da carta assorbente
10) Assicuriamoci di tenere l’olio pulito da eventuali impurità, nel caso togliamole con la schiumarola (residui di pastella si brucerebbero apportando un sapore per nulla gradevole)
11) Ripetiamo l’operazione di frittura descritta anche per le altre fette di formaggio (sempre una alla volta per poterla ‘coccolare’ come merita)
12) Ora aggiungiamo un pizzico di sale ed il nostro formaggio fritto è pronto per essere portato a tavola
Consiglio personale, non facciamolo raffreddare troppo, perché è fantastico caldo, quasi appena fatto 😉
Ora sapete anche voi come preparare questo piatto a dir poco fantastico; provate e fatemi sapere che ne pensate…io non ho dubbi in merito; sarà amore fin dal primo croccantissimo morso. 😉

Il Ghera vi saluta…la missione è compiuta!

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